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No. I. C o n c e r t im Saale des Gewandhauses Sonnabends, den 29. September, 1804. 5 — — j E r s t e r T h e i 1. 2 Sinfonie, von Haydn. 2 Scene, von Ciniarosa, gesungen von Mademqis. A 1b er ghi, £ aus Dresden. Ah quäl nemica slella cj a giorni miei risplende! Io nata al U trono rivederti potrö de’ voti miei? Ariarale! mio beue, unico oggetto, dove sei ? non m’ascolti ? Astri tiranni! 5 von mio s $ e ehe vi feci io mai? Tutto congiura a lacerarmi il core; altro non sento ehe l'eccesso crudel del mio tormento. Ah crudel destin tiranno! a quel pianto, a tanlo aftanno mi si spezza in seno il cor. I fuor usciti, von Pär; gesungen und Herrn Schulz. D u e t t o. Isab. Quello sguardo, quell’ aspetto palpitar, gelar mi fä. Uberto. Dubbio il cor mi balza in pefto frä lo sdegno, e la pietä. Isab. Il mio sposo — Uberto. orror mi desta, qui frä ceppi mi trovo; odiosa fiamma destai nel mio tiranno. Amato Padre! e quando Ah serena il niesto ciglio, cara parte del mio cor! Io non temo il mio periglio, mä non reggo al tuo dolor. ij Ma si vada alfine a morte! S J'Jo! non ceda il mio valor. £ A voi fido, oh Dei, la Sorte C . dell’ amato mio tesor. Concert auf dem Fortepiano, von Dussek, gespielt Madame M ü 11 e r. Duett mit Recit., aus: von Demois Alberghi Isabella. Si, Edoardo e il mio sposo. Ubtrto. Oh Dio! ehe sento! Edoardo il tuo sposo? il nemico? l’autor de’ mali miei? Isab. Pieloso Cielo! Uberto. Avvampo di furor. Isab. D’orrore io gelo. Ji}‘} tfmu,