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No. XVIII. m In van dal core austero tenti scoprir l’arcano, ch’io stessa al mio pensiero non oso dimandar. C o n c e r t .Saale des Gewandhauses Donnerstags, den 16. Februar, I<8o4. Erster Theil. Sinfonie, yon Haydn. Arie, aus Enea, von Righini, ges. von Demois. Fischer Sai ehe di questa mano arbitra, oh Dio, non sono; dal Ciel ne implora il dono, da nie piü non cercar. Concert, auf der Violine, gespielt von Hm. Matthaei. Duett, mit Recitativ, aus Arian na, ges. von Demois. Fischer und Hrn. Biittner. Osiri. Anima mial noi partiremo insieme. Arianna. Poteulissimo Ciel! (Osiri.) Mio dolce amore! Io stupor nqn t’assalga. Arianna. Oh Dio! se agli occhi miei credessi appieno, 10 morrei di piacer; ma tu . . . (Osiri.) Son’io 11 tuo fido amator. (Arianna,') E conie! oh stelle! ma non partisti? (Osiri.) E venni a te di nuovo. (Arianna.) E Fedra non e tua sposa? (Osiri.) Alle sue nozze mai, te’l giuro, io non pensai. . . „ . (Arianna.") Dunque ritomi? . . . Osnz. redele all amor mio. (Arianna.) E sei? . . . Osiri. E sono quäl sempre fui. (Arianna.) E vuoi? . . . Vsni. a destra tua stringer, se pur negarla non vuole all’amor mio quel cor sdegntto. Os‘iri nna io di r tormentarmi ancor? prendila, ingrato! Arianna. Tante Ia . ch,e gg° Pegno - adu,. Qu eala j “ ‘ e S8° mch ‘°, da "• peg B .'.i. rX’» m '° 6n °’