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Adunque produco in mezzo un’Arte, con cui tutt’i Dipintori pof- fano macftrevolmente, e con leggiadria adombrare, anzi ptirefpri- mere al vivo quelle Moli Trionfali, eh’ altri formerà o di bronzo, odi marmi, ad eterna rimembranza delle ammirabili Voftre Im- prefe. Così avverrà , che da per tutto fi rapprefenti alcun Moni- mento de’ Voftri Trionfi, e ehe almeno ne rimanga una qualche Immagine, dapoi che le Colonne , gli Archi, e i Cololfi dagl’ in- contraftabili urti del Tempo faranno rovefeiati. Impercioche, quantunque la lunga età con tacito invifibil dente ftritoli, divori, e confumi eziandio le più falde e diamantine Moli ( quali Angolar mente miriamo in quefta Città, una volta Signora del Mondo) non ha però ella fimilmcnte quefta ingorda balia fopra tutte le lo ro Imagini, come che lavorate fieno in più frale materia. Quell’ arte dunque, di cui parlai, efpongo io , e comunico al Publico; con tal riferva però, che s’intenda effer ella propriamente di CE SARE. E di certo ella è Voftra, anziché mia. Conciofiache quan to m’è fovvenuto, che meriti approvazione, fuggerito mel’ ha , e dettato in una certa maniera la fquifitezza e grandezza del Vofkro aitili!mo Genio. Tanto in me ha potuto la gloria delle Voftre Vit torie, che ha incitato, e allòttigliato il mio per altro tardo e roz zo talento,affine d’inventare alcunacofa che fervide a immortalar le. A voi per tanto, CESARE Augustissimo, ne fappiano grado coloro, che di queft’Opera traeflèro qualche o utilità o pia cere . E ficome quanto mai altri opereranno, che degno fia di Trionfo, il faranno perciò che ebbero Voi per Idea da imitare: così fe alcuno vorrà prender qualche cofa di quefto trionfale apparato ad onore e gloria di quegli Eroi, fel faccia predar da Voi, la cui Virtù e Felicità, tutto quanto può cadere in penfiero, che fia d’ onore a’ Vincitori, fe l’appropiano, e fole allòrbifcono tutta l’Arte. DELLA M. V. CESAREA. Umilijfìrno, DevotiJJtmo , OblìgatìJJìmo Servo Andrea Pozzo della Compagnia di Giesù .