Volltext Seite (XML)
ALLA SACRA CESAREA MAESTÀ’ LEOPOLDO AUSTRIACO IMPERA DO R E Ccomi, Augustissimo CESARE , all’ Imperiai Trono della Cesarea Maestà Vostra col tributo d’un’Opera, che di fua natura brama impiegar fi tutta nelle glorie del Voftro EccelfiiTLmoNome.El- la non ha quali altra mira, che defcrivere Archi e Colonne, concili, per iftituto e coftumanza degli Antichi,fi adornavano le pompe de’più degni Trionfi. E chi v’ha tra’ mortali, a cui più guidamente fi debbano i Trionfali onori, chea Voi, Invittissimo CESARE? il quale numerate tante vitto rie , tanto chiare, e tanto degne d’immortai memoria, rapite alla ferocia Ottomanna. Vaglia il vero, quelle fono le più vere vitto rie, le quali fi riportano fopra la Barbarie, irreconciliabil nemica del nome Criftiano; quelle fon quelle, che fi meritano le gradua zioni, e i giubili di tutto il Criftianefimo, ed a quelle fole è dovuto l’onore de’Trionfi; le altre non mai fono denti da qualche penti mento. Or ella non è, Inclito Cesare, imprefa confacente!! alla tenuità mia, Tergervi Statue, Archi, e Colonne: fia d’altri la cu ra, a cui non manchi l’autorità, e foprabhondi la facoltà. Io per me Rimerei di riportar qualche pregio dell’ opera, fe almeno deli- nealfi nelle mie carte tali finimenti di Gloria: elfendo che fovente avviene, che la durevolezza delle Carte fopravviva alla diuturnità delle Moli, eziandio marmoree. Ma per dir vero, CESARE Cle mentissimo, tutto lo sforzo della mia mano non farà mai, eh’ una mera debolezza,dirimpetto a quell’ accefo defio, che ho di coope rare all’accrefcimento delle Voftre Glorie: nè mai appagherei le im focate mie brame , quantunque io folli fornito di cento mani, A dim-