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AL LETTORE. Inalmente mantengo la promeffa con mandar alla luce la feconda parte della prófpettiva, fperando, che farà ricevu ta con non minor gradimento della prima, tanto più per che in quella fpiegafi ( per quanto può farli con la voce * morta ) la più facile , e fpedita regola di quante pollino darfi in quell’ Arte della Prófpettiva. Per quello mi dò à credere, che chiunque fia alquanto efercitato nelle regole della prima parte fol tan to, che veda le prime figure di quella feconda,non haurà bifogno d’al tro , elfendo tutte nel medefimo modo fatte, e difpolle . Quella dun que è quella regola faciliifima , che per lo più fon’andato adoperando fin’ora neH’opere,che hò fatto vedere in più occafioni in Roma, & al trove , e l’hò mfegnata in brieve tempo, e profitto anco à molti di me diocre ingegno.Temo però che molte perfone, ancorché dotte in altre fcienze non arrivino ad intenderla , nè praticarla à caggione della loro imperitia nell’Arti di Geometria, e di Architettura , che prefuppongo già note à chi fi pone à quello lludio , elfendo quella per appunto la materia, che compone tutta la machina , e follanza dell’opere fatte in prófpettiva ; ma perche quello è un punto principaliilimo non celfa- rò di ricordarlo per incidenza, ò appollatamente in altre fpiegationi di quello Libro . Quella dunque è imprefa de’ Pittori, ed Architetti, a’ quali è indrizzata quell’Opera , che per l’efercitio che hanno nel dife- gno delle fopradette Arti haveranno fuperato la maggior difficoltà di quello lludio. Mi maraviglio però di alcuni Pittori, che per non voler faticare ad imparar quell’Arte la dilfuadono come affatto inutile per le figure. Ma s’ingannano molto importando affaiffimo anco per quelle, nè vi lafciate però aggirare dalle lor dicerie ;fe non volete ancor voi incorrere in quelli errori mafficci, che nell’opere loro non fenza rifo 11 mirano. E pure i Pittori fenza accorgerfene non altro fanno col loro dipingere,che una colorita prófpettiva,ancorché (la compolla di figu re humane, però conviene ad elfi poffeder bene quelle regole, fpecial- mente à quelli, che hanno occafione di far opere grandi, inoltrando il loro fapere nel digradare,e collocare le figure ne’ piani, nel dar.forza, ò debolezza all’ombre, & a* colori, e particolarmente per nobilitar l’opere loro con belle compofitioni di architetture ; altrimente non fo- lo non faperanno far quelle ; ma non potranno far cofa grata à perfone intelligenti ne anco nello fcorcio di una figura. Dovete per tanto sfor zarvi