havelfe fortito i fuoi natali, andava nondimeno à gli ho- nori della Primogenita. Fù quella non già per merito, ma folo per gratia inalzata fino al trono grande di Celare : Un luogo non meno fublime ambiva l’altra ; ed or perche nel la Terra non vede alcuno più limile all’Auguftiiììmo Padre, che il Reai Figliuolo ; à quello fi prelènta con lòmmillìone profondilfima: ma infieme atterrita da tanta gloria, appe na ardifee lùpplicarlo d’un Iguardo lolo. Siete così grande ò Rè, che niun’altro, che un talPadre potè meritare havcr Voi per figliuolo : impareggiabile è il merito d’un’Imperatore così gloriofo, e lolo Voi di tutti i luoi gran meriti liete un’egua le ricompenla. Epaminonda Imperator Tebano privo di prole loleva chiamare lue Figliuole due delle fue più illuftri Vittorie. Può Celare chiamar Voi Figliuol lùo di tutte le lue Vittorie la Vittoria più illuftre : poiché lè furon quelle ter ribili à i Nemici, molto più terribile liete Voi, mentre dal la Voftra fortezza, e virtù può temere rovine più gravi, chiun que ardilca provocare il Voftrofdegno: ciafcheduna di quel le non fu più, che una fola Vittoria, ma GIUSEPPE è una Melfe, e la Speranza di più Vittorie. Ed in vero, che non polliamo Iperare dalla M. V. nella quale ammiriamo con giunta con una virtù fomma felicità non minore ? Si tollè à i Nemici un Regno, per donarlo à Voi : combatterono tanti fortilfimi Heroi, anzi il Cielo Hello parve , che mili- talTe lotto l’Aquile Imperiali per collocare fòpra il Voftro Capo il diadema dell’Ongaria : non era ancor atta alla Mi- litia la Voftra età, e Voi già eravate meritevole della Vitto ria rhabita va in picco! corpo la Voftra mente, e pure fin dall’ora era capace di valli Regni. La fortuna ambitiolà di fervire, perche temeva di non haver mai tempo per favo rirvi, parve che fi affrettalfe in offerire lo Scetro, prima, che la Voftra mano potelfe acquiftarfelo : per haver ella qualche merito apprettò di Voi, prevenne l’età,ben conia-