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Coro. Coce. Coro. de’ miei nemici. Coro. T^oce. Li sveno! Che tenti? Arrestäti, oh Dio! In braccio al idol mio potessi almen spirar. Qual improviso fulmine fa i sensi miei gelar! Mesto, dolente, e pallido vidilo palpilar. Sc de’ miei giorni e questo l’ultimo dl funesto passi il dolor ehe io seuto a funestarvi il cor. Che giorno, ehe momento, ehe lutto, ehe terror. sventura palpitante, pace, oh Dio, non so trovar. Speranzc amabile del mio contenlo, quanto quest* anima fa giubilar. Ah , vicni, aflrettati, dolce momento, quest’ alma tenera a consolar. mit Chor aus Gerusa- io gia mi sento il piedc vaciilar, tremarmi in petto ogni fibra in pensar ehe un breve istante in ver, deggio a voi; fijlj infelici lascio esposti al poter Sento nel dirti addio un freddo gcl di morte, oh sposo, oh figlj, oh Sorte!, ehe barbaro martir! In braccio all' idol mio potessi ahnen morir! O bevi, — o ti sveno .... lasciatemi almeno i figlj abhracciar. Dch, cari, venite, correte agli amplessi, stringetemi al seno, bell’ ahne innocenti; morire degg'ru. Capriccio für die Violine mit Begl. des Orch. von. A. Romberg, vorgetr. von Herrn Matth aei. Duett, aus Gerusalemme distrutta, von Zinga- rellij ges. v. Mad. Schneider und ihrer Tochter. Gioseffb. Parto, ma tu ricordati, cara, di chi t'adora; un altra volta ancora guardami, e partirb. Marianna. Vanne, fedel quest" anima pensa all’ ainato ogetto, a lui, ch’io sento in petto, sempre fedel sarö. a due. K quai mesti, e varj afletti vo provando in tale istante; Sc eite und Quartett lemme distrutta von Zingarelli. Manasse. Padre, nel campo io vado a trionfar, di lauri adorno, sposa, tornerd. Io sento in seno rinascer la speranza, e veggo un raggio di celeste favor nel mio coraggio.