Deh, tanta vita a me conceda il ciel quanto mi basta a dirgli, ehe l’adoro, e ehe contenta, s’egli m’ama, io moro. Fida quest’alma, ob Dio ! fra l’ombre ancor sarä; ah, ehe dirai, beii mio ? Abbi di me pieta. Lidea del sno dolore straziando il cor mi vq ! Oh quanto q liest’ amore costar il ciel mi la. Q l^iolin-Concert, von Polledro, vorgelragcn von Bart. C am- •) ci pagnol i. q p Scene und Duett, aus: Sofonisba, von Paer, gesungen von Alb. und Gian. Camp agnoli. Ebben! da me chiede il romano oppressor? Gli amari accenti modera, Sofonisba. ed a salpar colle latinc antcnnc. ti prepara in tal di. Stelle! ehe intendo? Dunque vorrai Del mio dover la voce son costretto a seguir. Nö, il tuo dovere tu non segui, spietato; i moti segui d’una cieca ambizion — ehe al Campidoglio d’Astrnbale la figlia a- strascinar fra ceppi • . . ahi, ti consiglia! Scip. Ah, se il mio cor vedessi, cosi non parierest!. Sof. E chi t’impone cotanta crudeltä? Scip. Pioma. Sof. Dch, ascolta Sofonisba. Scipione. h. I Sof I Scip. Sof.