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O0OO<>OO<>««OO0OOO<>OO<X>OOOO0OOOO^«OOO<&0OOO<>OOOoO<>i aj. 0 Tamino mio! Pamina mia I morte affrontar, all’ ara or puö meco teco 8 lurar - Pam. Teint, a 2. Oh, quäl felicitä! Tarn. Ma qui il terror soggiorna qui mor(,e freute giä! Pani. Compagna , ovnnqnc andrai, m’avrai fedele ognor: 10 guiderö il mio ben, mc gniderä l’amor. Di fiori, e rose amorc ahnen le vie spinöse abbellirä; ma degl’ incanti 6 teco il suon? Perigli, e pianti ei viitcerä. D’annoso alloro un di forma si bei -4avoro 11 genitor; c luci infeste erraro in ciel, tuoni, e tempeste, ombre, c fragor. Fa prova omai del suo poter: aspro e, lo sai, crudo il sentier. Pam. Tarn. | D’un saggio ardir 2 Uom. a 4. f s’accenda il cor: chi sa morir. ßa vincilor. Tarn. Pani. ( Vinto e il furor «2. f del rogo impuro; il pie securo ei ne lambi. Ma freme ancor terribil onda. Non veggio sponda, e fosco il di. ne tulto il mar l’estinguerä. I 2 Uom. Chi in queste sponde Ja virtü cerca, e la pace, la terra, e l’onde, il fuoco affronti, e il gelo; e se i terrori della morte vincer sa, l’aurate porte a lui dischiude il ciel, e allora in sen dei lumi egli poträ de’ nostri numi i ministri dislevar, Tarn. Timor nonlio; nel grau viaggio, auch’ io saprb mostrar coraggio! L’orrcnde porte aprite alfin: corona, o morte avra Tautin- Pam. Pieta di te! Dell, ferma il pie! Tarn. Gli accenti son della mia bella! • ■ • I 2 Uom. Si, si, e il suon di sua favella. „ f Perche contcndc a | il fato ancor? se il ciel "?rende .. mio 11 suo tcsor chi torlo a chi mai poträ? Tarn. A lei parlar non m’c vietato? I 2 Uom. Piü assai sperar t'accorda il fato. Al tempio oror meco verr ä ? teco cd al suo cor < mi , slringera. Anch’ ella osö -0O000000O00OO0OOO0O000O00OOO0O0O00Ö00OOOOOOOOO00OOO0O0ÖO