❖ | Fünfzehntes Concert und ses von Hrn. Musikd ,ioja il suo bei core x ravvissarmii Ferrando. Ed intanto di dolore meschincllo io mi morrö. Ah, ehe un peso A questa vita, crado assai da sopportar. E decisa la mia Sorte, nö, quest’ alma in me non trema. Ah, mio ben! la pfova estrema del mio amor ti vogiio dar. Dolce oggetto del mi amore. ah, per sempre io ti perdei, »vkntnrati aiietti miei! non fni resta ehe sperar. Frcnio, e peno. avampo, e g mi coulbndo, son smarrita ! Duett, aus Cosi Fan tutte, von Mozart, gesung. von Dem. Alb. Cämpagnoli und Hrn. Gerstäcker. Fiord. Fra gli amplessi inpochi istahli Oh ehe ; ’ gültiger« del lido sposo. provera ne sconosciula a lui davauli " ' in quest’ abito verrö. Sinfonie, von L. Spohr. Scene, und Arie, aus Aci, e Galatea, von Naumann gesungen von Dem. Albert. Campagnoli. Ove son? ehe m'avvenne? e chi a quest’ aure adesso mi richiama? Aci, mio ben, mia vita. Ah, l’infelice ebbe sotto a que’ sassi e la morte, e la tomba- Amato mio tesoro! ■ . ■ Ma invan lo chiamo. A mesti miei lamenti sordo & ciascun: ehe fo? ehe mai risolvo? da chi pietA sperar? dal cicl? in’ e averso ■ - • da amor? ei m’ha tradita. Ah tulto, tulto ai danni miei congiura per accrescermi al cor nuova sventura.