Resta, o cara! Acerba morto nii separa, oli Dio! da te. Prendi cura di sua sorte, consolarla almen procura! Vieni, affi-etta la vendetta! Questa vita cosi amar* e terribile per me. Dov’e il tempio ? dov’e l’ara ? Vado... ahi lasso! Addio per sempre! piü soffribile non e. Questo affanno, questo passo Concert f ür zwei Violinen, von L. Spohr, zum Erstenmale vorgetragen von den Hrn. Matthäi und Lange- Scene und Terzett aus Tigrane, von V. Righini. Pompeo. Schiere, dov’e Pompeo, osa raccor Tigrane? Osar potrebbe d’inganarmi Seleuco? Ah, ehe non torna Cleopatra, ehe pur dovea lo sposo a me guidar? Son tutti forse uniti a tradirmi, o chi di loro e solo il disleal! Tempo si prenda l’arcano a penetrar. Sempre quel guardo, ch’e a giudicar piü tardo, e il piü sicuro, e il piü sano consiglio e il piü inaturo. Terzette. Pomp. Che non vi piacquc, o Dci! in fronte a’ giusti, e a’ rci svelare impresso il cor? Is&icrate. Che non uccide almeno, se tanto opprime un seno un barbaro dolor? Pomp, ed Issic. a 2. Quant! niai si proverivano allor! Che miro? — Issic. ' Ah, duce, ascolta!