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Ouvertüre, von Winter. Scene und Arie, von Naumann, ges. v. Dem. Alb. Campagnoli Ove son? clre m’avvenne? e chi a quest’aure adesso mi richiama? Aci, mio ben, mia vita. Ah l’infelice ebbe sotto a que’ sassi e la morfe, e la tomba. Amato mio tesoro! . . . Ma invan lo chiamo. A’ naesti miei lamenli sordo e ciascun: ehe fb? ehe mai risolvo? da chi pieta sperar? — dal ciel? . . . m’e avverso —• da ämor?... ei m’ha tradita. Ah tutto, tutto a’danni miei congiura per accrescermi al cor nuova sventura» Arie. Dolce oggetto del mio amore, ah, per sempre io ti perdei,.. sventurati ail’etti miei! non mi resta ehe sperar. Fremo, e peno, avvampo, e gelo mi confondo, son smarrita! Ah, ehe un peso e questa vita crudo assai da sopportar. ■ E decisa la mia Sorte no, quest’ alma in me non trema. Ah, mio ben, la proya estrema / del mio amor ti voglio dar. Violin-Concert, komponirt und gespielt von B. Polledro. ' ~'F.v