Concertante, für zwei Violinenj von Cannabich, gespielt von Herrn Campagnoli und Lange. Scene und Duett, aus Calliroe, von Farinelli, gesungen, von Alb. und Gian. Campagnoli. Agenore. Si, partirö, giä ti conobbi, e poco costa lasciare un infedel. Calliroe. Va, ingrato! tardi il mio cor conoscerai. Agen. Ma sposa a Soreso non vai? Call. Dover tiranno mi sforza. Agen. Un vero aniore forza non soffre. Call. Jo ti piangeva estinto. Agen. E intanto mi tradivi! Call. Ali senti! • . \gen. E Vano se d’inganarmi un’altra Volta credi. Call. Parli cosi, perche il mio cor non. vedi. No, crudel, per me giammai non provasti in seno omor, cd io ognora t’adorai, caro nume del mio cor. Agen. Na, crudel, eccede omai e m’ ofiende un cieco ardor; fosti ognora quäl sarai, la delizia del mio cor. Call. Ma tu vuoi ch’io parta intanto? Agen. Lo comanda l’onor mio. Call. Ma il tuo cor ... Agen. Che cerchi? an. OhD>°' a due. Languir mi sento l’anima, m’opprime il mio dolor; la sola idea di perderla gelar mi fa d’orror. Call. Dunque addio! Agen. Si vada, e trema. Call. Dove? Agen. Al tempio . . .