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Zweiter le Fra tante smanie. e tante par ehe mi manch i Talma; in cosi fiero istante parmi di delirar. Del fato al nero aspetto, tra mille affanni in petto, trema> mi sento il cor. Dail’ ira, dal dispetto, da mille flamme in petto, .cuocermi. sento il cor. Lat. Ma peiisa un sol momento! .... Tur. Ragione piü non sento. Cam. Ah! cosi bclla palma, sorte, non m'involar. Clijsia. La prima minis^ra a voi fa un inchino. Timur. Io son nelle brace, son cotto di giä; pur questa ha un visino, ehe a genia mi vä Mar. Per Bacco! mi piace, gran voglia mi fa. Barbarina. Io poi non ardisco di farmi piü avanti, perche non ho vanti di gran nobiltä. Ogus. Al rango ehe aveie, son’ io indifferente, per me vj disprezzo ciascuna eguabnente; so quel ehe volete, ci voglio pensar. Z>e donne. pradire vi piaccia i nostri presenti, son frutta squisite, son vini eccellenti, e quel di migliore ehe il luogo puö dar. Ogus. Le donne non danno se non per inganuo, Fantasie für das ganze Orchester, von Neukomm. (No. 2 Finale, aus Ogus, von Winter. Timur e Marone. Sol per tre di a 2. feminine un armistizio chiedono; giä come volpi in trappola costoro ben si vedono, Marone . ... , Timur istesso dicalo, ehe a molte favellö. Ogus. Sdegoato, ed implacabile con lor mi serberd. Marone Eppur, Signor, fra quelle, ah, ve ne son di belle! Ogus. Che intendi, olä! ehe intendi per questa lor beltä? Marone. Eh, parlo io al presente metaforicamente; per' belle intendo giä tutt’ altro in veritä. Tim. e Mar. Eccole ehe s’avanzano, eccole appunto giä! Egle. A voi si presenta colei, ehe qua impera, amica sincera, se tale si vuol. Mar. Cospelto! ehe aspetto! ’ risplende quäl sol. Turno. Nol soffre onor. Lav. e / Latino. I • a 5. / Enea, | Cam., e| '■ Turno Lav. Ma nel comun periglio En. Non sento piü cousiglio.