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e vedi regno Soffrir piü non si puö Peggio e di motte si gran dolore; piü fiera sorte, pena maggiore nissun provö. Idam. Andrö ramingo, e solo,., morte cercando altrove fluche la incontrerö. Ilia. M’avrai compagna al duolo. dove sarai, e dove tu moja, io morirö. Idam. Ah nö! Idom. Nettuno spietato! Chi per pietä m’uccide? Eletlra. Quando vendetta avrd? Ouvertüre, von Julius Miller. Idomene o. Zweite Abtheilung. Scene, Chor und Marsch. Gran Sacerd. Volgi intorno lo sguardo, o Sire, quäl strage orrenda nel tuo nobil fä il crudo niostro. — Ah mira allagate di sangue quelle publiche vie 1 Ad ogni passo vedrai, chi gerne, e Palma gonfio d’atro velen, dal corpo esala. Mille, e niille in quell’ampio, e rozzo venire pria sepolti ehe morti, perire io slesso vidi; senipre di sangue lorde son quelle fauci, e son senipre piü ingorde. Da te solo dipende il ripiego; da morte trat tu puoi il reslo del tuo popolo, ch’ esclama sbigottito, e da te l’ajuto implora; e indugi ancor? Al tempio, Sire, al tenipio Qual’ e, dov’ e la vittima? — A Nettuno rendi quello, ehe e suo. Ilia. O seguirti, o morir, inio ben vogl’io. Idam. Deh, resta o cara, e vivi in pace, — addio! Qu ar te tt. Manul {Serena il ciglio irato! Idom. ( Ah, il cor mi si divide