Coro ma giuro al chiaro Dio: ehe Murn ei reo non e. Inca. Ihtesi quanto basta. FUI U. Ma irato il ciel tuonö, il Nume favellö. >— Cn Sacerdote. Fu ingan, ehe v’ab- bagliö. Tutti. Inganno? Il crederö? Il Sacerd. Fui da costui sedotto, e ad ingannarvi indotto. Del tuonff, e dell’ oracolo l’autor vedete — in me. Tutti. Inte! ■ Ah, quäl delitto orrendo! • Maff. Ne un fulmine m’atterra? Ne tu m’inghiotti, o terra? Inca. Afda il fellon, di cui ’ piü <rib fellon non v’e. Ministri l’afferrate! Murn. Abbia la vita in dono. L’offesa io gli perdono, voi pur gli perdonate. Tutti. Per cosi enorme eccesso, vendetta impone il Dio. Mur. A ine la vieta il mio, e impon di perdonar. Inca. Se ciö tu vuoi, ciö fia: libero l'empio sia. Tutti. Ma debba queste sponde per sempre abbandonar. Inca. Or vieni, e il primo siedi al lato, al trono mio. Ah, quanto a te degg’io non valgo a compensar. Z/Che!— Forse non coin- presi? I \ Che penso? Che diro? ! I L’inganho ci ha sorpresi ? Z \Fia ver! nol credo, nö. Maff- f (Che rabbia! Cheveleno! J Morir non Jo vedrö? ) Ho mille fiirie in seno, frenarmi appena dö so.) Le ciancie femminili ehe vagliano non sai, ehi! fa, ch’egli arda omai, ’ ö'piü non indugiar. I r illacU. Fallir non ponnoiNumi! La fi'arinna' lo consumi. Roca, ed i suoi seguaci. Murnei non morirä, noLsiam ßuoi difensor! Sacerdoti I Murnei morir dowä!. e 1 Pera ehi s’osa oppor! Popolo. ( Inca. Di contrastar cessate, tacete, v’acchetate: l’impone il vostro re. Solo si spetla a me decider, giudicare. Libero intanto ei sia, entrambi favellare d’inganno or or v’iutesti. Ebben? ER. La nera accusa solo inventö costui. Dail’ empio indotta io fui il falso a confermar. Mira. Fui con fallaci accenti de lui sedotla anch'io;