Oli ciel! a Voler doe l’Inca la mia morte j so quanto soffri al mio soffrir. Villac U. Sciolto dai ceppi ei sia, e tratto al rogo omai. Coro. Giä veggo la fiamma rosseggiar; or or egli arderä. Mur. Lasciarti o mal degg’io. diletto amico, addio! Tu quäl conviene al forte, compiangi il caso mio. Cari! per sempre addio! Elv. Murnei! — cosi mi lasci? Mur. Murnei ti perdonö. Roca. Su, amici! non tardate! La forza sol qui giova. Su gli empi vi scagliate, . ei deesi liberar. Roca, ed i suoi seguaci. Non fia, ehe Murnei mora! Noi siam suoi defensori: degli empi traditori noi lo saprem salvar. Tutti gli altri. Clie vedo? armata mano? Coro da lontano. (Da forte vanne incontro a morte.. il ciel irralo fia placalo quand’arse il co'rpo tuo sarä.) Mira. • Che sento ? — quäl con- cento ? Ei muorl — via! Qual lugubre armonia, seco a morir m’in vital Morir con lui degg’io — inorrö coli idol mio, sarö felice allor? Giä stridono le flamme..,., lasciatemi! Me miseraf Vederlo voglio ancor. Gut. Andiamo non si lasci in preda al suo dolor. Coro. Da forte vanne incontro i r • ' morte, tua eolpa il foco laverä; il ciel irrato fia placato, quand’ arso il corpo tuo sarä. Elvira. Al»! giä svanisce l’ira mia: con quäl fermezza a morte ei va! IL fier rigor di Sorte ria la calma in lui turbar non sa. Inca. Deh! tu comprendi il mio dolore; a me perdona i tuoi niartir. Ah, se vedesti questo core! Vorrei poter per te morir. Murnei. Non mi dä affanno la mia sorte; chi ha cor, non teme di morir. Mira, f ed { Salvatelo! — v’e inganno. Elvira. I Inca, f egli J Inganno? — ed esser puö? altri { Mira ( , • Elvira l S’’ nero , orrendo inganno. Inca. Olä! scoprirlo io vo.