5cSESESE5E52SESe5E5E5ESESESE52SESESBSESESE52SESESHSESE r «l io deluder saprö. — Dell! tu sosticni, o Nume, protettor degP innocenti, accresci le mie forze, i passi miei guida nel carcer suo; arma, reggi il mio braccio, o Ciel pietoso, seconda i voti miei, salva lo sposo. Aria. Rendi il consorte amato, rendiio all’amor mio, e se d’un aspro fato salvarlo rton poss’io, (per quanto ehe I’adoro;) versi, da tc l’imploro, solle mie labbra almeno rullimo suo sospir! Poi del consorte in seno dolce mi fia il morir! Mä quäl'orrenda immagine m’agghiaccia, e mi sorprende; giä lä minaccia un perfido, il feral colpe pende! Oli Dio! t’arresta, o barbaro! qui sfoga il tuo furor! Ah! ehe non vale il piangerc, e vano il mio dolor! Si vendeltaMa quäl suono!.... Ecco il momento! — Ah! da quanti affetti io sento il mio core a palpitar!