CAPITOLO PRIMO ^3 blema del serpente sacro agl’indiani; che l’ado rarono gli Sciti ed i Celti; che esisteva ultima mente il suo culto aTraki in Lituania, e che fu quello degli abitatori della Samogizia e della Prussia , paesi ( secondo l’universale consenti mento de’ più riputati istorici e delle verbali tradizioni conservate tra que’ popoli) occupati dai Sciti e in conclusione lo pone comune em blema di genio divino e di una potenza inter media tra 1’ uomo e la divinità, che fu adorato da alcune nazioni. Non manca di ravvisare la prima forma obeliscale della moneta introdotta in Grecia da Erittonio, ma la rimarca ancora fra i Giapponesi e i Chinesi, e secondo un’anti ca tradizione , dice , la moneta essei’e stata in ventata da uno Scita chiamato Indo; e siccome i Cinesi e i Giapponesi sono sciti d’origine,e i primi abitatori della Grecia ebbero una stessa derivazione; e siccome veggonsi ora presso i Tartari e gl’ Indiani monete coniate d’ogni di versa forma poligona, come le greche avanti Fedone d’Argo, il primo ad introdurre monete coniate, così da tutto questo a forza di con- ghietture l’autore ricerca in fondo all’Asia l’uso e la forma primitiva d’ogni moneta nella Grecia. L’ uniformità di molte idee teologiche, di molte espressioni e di tanti emblemi, usati egual mente da’Greci, come da’Tartari e dagl’indiani