CAPITOLO PRIMO 5c) rimasto ignoto a noi sinché Marco Polo non condusse a fine i suoi viaggi. Chi sa quante volte, e presso quanti popoli non sarà succeduto ciò che si disse in Corinto del vasajo Dibutade Sicionio, la cui figlia deli neo sulla parete l’ombra del viso dell’ innamo rato che da lei dovea dipartirsi, ed i contorni della cui ombra, riempiti di terra dal padre, diedero il primo profilo in basso rilievo che venne cotto nella fornace colle altre pentole ? Questo fatto sembra più riportato per attri buire all’ amore f invenzione dell’ arte, onde derivarla da ciò che all’ uomo è più caro, che più d’ogni altra cosa gli affina l’ingegno, di quello che per ascrivere realmente ad un tale principio 1’ origine della Scultura : ed oltre a quel Reco e a quel Teodoro, ( 1 ) che in Samo ciò ritrovarono prima di Dibutade , ed oltre a quell’ Eucirapo e a quell’Entigrammo condotti in Italia da Demerato, chi sa quanti altri non potrebbero più giustamente venir a contesa nella stessa invenzione ! Ogni paese ove le arti erano in fiore preten deva alla gloria del primato, nè da quanto ab biamo accennato può mai dedursi altra prova, se non che esse esistevano in quei paesi contem poraneamente ai pretesi inventori, dei quali il Pretesi in ventori della Scul tura . ( i ) Plinio lib. 35. C. i2.