Forme di culto e- «terno pri ma proibi to , poi a- dottatedai Cristiani, 3zo libuo primo La penna d’ uno storico profano incontra molte difficoltà ed è scusabile se rifugge dal presentare sott’occhio con vivacità di colori certe opere, per togliere il ribrezzo dalle quali è d’uopo di una gagliarda astrazione mentale e del soccorso d’una forza superiore all’inten dimento comune; e del pari le arti trovarono scogli difficilmente sormonlabili, allorquando per le sospensioni delle leggi della natura in favor della religione furono astrette a rappre sentare oggetti che avevano o poca verisi- miglianza alle umane consuetudini o ripugnan za alle interne voci del cuore . Esse hanno pe rò saputo prestare validamente il loro soccorso per conservare le memorie di questi fasti di religione; ma se fu prodigiosa la forza di quei campioni del cristianesimo, non fu tenue l’im presa di chi potè freddamente in tavola o in marmo accingersi a rappresentarli negli atteg giamenti del patimento più crudele . Determinati finalmente i cristiani ad abbrac ciare il culto dei santi e delle imagini, adotta rono anche quelle forme che prima avevano pro- scritte;ele faci, i fiori, gfincensi,le statue,le pit ture dovettero sostituirsi al decoro severo del nudo altare, come segni indispensabili per rac cogliere l’errante ed incerto voto della multi- tudine, che non può sostenersi col solo ajuto di astratte considerazioni e di concepimenti