tare il numero de’loro proseliti o soddisfarlo possibilmente. Stante 1 immensa diversità che passa fra l’indole delle persone, non v’ha mezzo che debbasi lasciar intentato per il consegui mento d’un oggetto importante. L’elevata sag gezza di Numa, tanto sublime nella sua teoria, era assai difficilmente praticabile in fatto; e s’egli credeva realmente che il solo pensiere bastasse per sollevar 1’ uomo degnamente alla meditazione della divinità , e che il sussidio degli oggetti materiali e non durevoli per ren dere questa grande idea in qualche modo ac cessibile anche ai sensi della multitudine fosse causa d’avvilimento e di disprezzo, egli è certo che la credenza di questo re filosofo aveva per base uno di quegli errori in cui cadono di buo na fede i migliori, cioè a dire, l’applicazione di un principio troppo elevato ad uomini consi derati come dovrebbero essere, piuttosto che ad uoryini come sono di fatto ; nè Roma antica potè lungamente durarla con questo culto trop po astratto e sublime. Ottenuta ch’ebbero i primi simulacri una venerazione ben maggiore di quello che la roz za lor forma inspirava, ma però adeguata al si gnificato che loro si attribuiva mistico ed au gusto, fu interesse di quelli che vennero dopo l’imitare materialmente i primi monumenti sen za punto alterarli , affine di conservare per