cettui quella fibula magnifica e grande che le donne d’Argo e di Egina portavano appunto allorquando ciò venne proibito in Atene dopo l’espulsione dei Pisistrati. Nell’orlo della tona ca si osservano uno o due giri riportati, come se fosse un gallone o fettuccia o un ricamo as sai semplice, e non già frange o altri ornamenti ili pelli ec. come hanno riferito falsamente al cuni troppo superficiali indagatori degli anti chi monumenti ( 1 ). Non v’ ha dubbio che fino dagli egiziani avanzi non siasi riscontrato che oltre la tunica, la quale facevasi d’una materia assai fina, le persone di distinzione non avessero anche un manto o sopravveste, o qualunque altro voglia chiamarsi abito per ornamento, per decoro o per difesa della persona, detto poi dai Greci Palla o Pallium, o anche Amiculum. Era que sto pallio un abito lungo e ricco corrispon dente al nostro manto o mantello, che in oc casione di viaggio o di guerra cangiavasi nella clamide detta Clamyde, o Sagum. Anche le donne presso i Greci portavano il pallio eh’ era, secondo tutti gli autori, un mantello a quattro lati, tagliato in quadrilungo, veste mii'abilmente adattata più d’ ogni altra a gittarsi sulle spalle ( 1 ) Mons.Menarci. Moeurs et Usages des grecs. Nadal sur le luxe des dames romaiues.