Culto filo sofico (lei Greci. camente gl’interessi della religione e i progressi della Scultura, fu tra loro cornimela gara di con tribuire allo splendore delle nazioni. Rifatti pare che a misura che si riconosca una maggiore per fezione nella figura d’ un simulacro, tanto più questa si avvicini a rendere una ragione della natura divina, peressei'e appuntolabellezza una parte integrale delle perfezioni proprie dello Essere supremo. Con tali principi e con tali mezzi 1’ arte giunse ad operar quei mirabili prodigj di cui sono piene le storie, e gli avanzi dei quali, che pur veggiamo con estatica am mirazione, ci sono mallevadori dell’antico sa pere. In ogni modo l’ultimo passo verso la per fezione non fu punto agevole , e dovettero le arti superare moltissime difficoltà che nasce vano dalle antiche abitudini, poiché per lun ghissimo tempo fu posta ogni cura in conser vare, come abbiamo visto, la memoria de’primi segni. Celebre è ciò che racconta Yarone di quei tre artisti ai quali essendo stato ordinato di fare le statue delle Muse, che in allora non erano che tre, compirono con tanta lode del pari che con tanta abilità la loro commissione, chele statue furono tutte poste nel tempio e le Muse diven nero nove . Bastò una scintilla nell’animo dei Greci per spargere della luce più brillante la loro teogonia, e col sussidio dell’arte parlarono