segni della propagazione delle cose viventi che ebbero il nome di Priapi, Vertunni, Silvani, Serapidi ; o sia perchè venissero creduti fecon datori colla benefica loro presenza dei giardini, delle selve, dei campi, accelerando il germo gliamento o proteggendo la conservazione dei fiori, dei frutti e d’ ogni altra delizia e produ zione cara ed utile agli uomini, o sia perchè d’ ogni altra influenza fossero creduti capaci, Le donne se ne ornavano e solennemente li portavano in alcuni tempi dell’ anno processio- nalmente, e si estese il loro culto, secondo Erodoto, Plutarco e Tolomeo, dall’Egitto, dalla Persia e dall’Assiria fino alle contrade della Grecia e dell’Italia, come si è visto chiaramente anche da ultimo nella disseppellita Pompeja, e se ne riscontrano i vestigj sino nella religion deiBramini delMalabar; di maniera che il culto del propagatore della natura potrebbe non sen za ragione sospettarsi che fosse stato univer salmente adottato. Anche le ceste mistiche degli antichi popoli dell’Asia rinchiudevano tutti gli emblemi della generazione, e oltre l’immagini del serpente e dell’uovo da cui l’en te generatore trasse il mondo , eranvi diverse rappresentazioni de’ due sessi in forma di Pani e di Priapi, diverse bende sacre, e il Lingam che presso gl’indiani rappresenta la congiun zione dei sessi. Nulla quasi più parve all’uomo