CAPITOLO TERZO I 53 materiali. Ma qualora si voglia poi operare per i sensi, non possiamo parlare agli altri uomini se non coll’adoperare un linguaggio e servirci di oggetti che abbiano un aspetto cognito o convenuto universalmente, il che sarebbe vano cercare fuori della sfera del visibile. E poiché sembrava essere opinione generale che gl’idoli del nostro cuore o dell’esaltazione delle nostre visioni mentali fossero animali, ragion voleva altresì che per esprimere nei simulacri il segno dell’anima, come sede dello spirito celeste,ciò venisse raffigurato colle umane forme, come le più proprie fra i corpi che hanno vita ; dimo doché se non furono di primo getto statue per fezionate, avranno avuto un segnale di umana sembianza da prima nel capo, e aggiungendovi in seguito le altre membra, si saranno a poco a poco assomigliate a tutte le nostre propor zioni e presa l’intera nostra fisica esterna figura fino al segno di render comuni alle stesse di vinità con ogni atteggiamento ogni bassa no stra affezione e sino i difetti ed i vizj riprovati dalla nostra specie . Ebbero forse da ciò origine le teste colossali che si videro fra le piramidi egiziane e i simu lacri descritti da Macrobio nei paesi orientali sculti sugli obelischi conseerati al sole;e dallo emblema divinizzato della forza riproduttrice degli esseri nacque forse la multiplicità di quei Trinii se gni umani nelle pri me opere -