CAPITOLO TERZO i29 divinità, creazione, conservazione e distruzio ne ; e dall’ adorarlo, come tanti popoli faceva no, ne venne fors’anche il rappresentarlo nel la forma conica o piramidale, forma che la liainma prende elevandosi e per cui forse la fi nora obeliscale divenne simbolo del sole che D riguardossi come sede del fuoco e della gene razione delle cose. Il bue ed il serpente divennero altresì em- g", 1 . 1 " a ( [ L !| blemi di culto presso quasi tutte le nazioni co- Serpente • nosciute, e trovami ambedue sculti sui più an tichi monumenti di tutti i popoli del mondo siccome simboli della vita, del buon genio, della salute, della beneficenza; nè essendovi una regola di analogia per la quale la venera zione di questi segni debbasi riputare estesa presso tante nazioni per la distanza delle une alle altre e per la ninna corrispondenza che avevano tra loro, quindi non sembra strano poi tanto che siasi propagata questa singolare ido latria da una nazione più antica in antichissimi tempi a tutte le altre; e ciò potrebbe favorire moltissimo le idee sopra gli Sciti del signor di Ilancarville. Uu consentimento generale do vrebbe derivare da un principio generale, e quand’ anche il culto del bue si credesse pro veniente dalla generale sua utilità, quale con seguenza potrà poi trarsi dal culto meramente simbolico di un rettile velenoso o schifoso per 9 Tom. /.