nerano ancora le montagne di Chang Epe- chang e di Piperialsituate nella Tartaria.L’im mensità delle pietre presso i primi popoli na sceva da quello stesso principio per cui il tem pio era senza muri e senza tetto, stimandosi sacrilega l’idea di rinchiudere e circoscrive re la grandezza di Dio, del quale l’universo intero non può limitare 1’ immensità . Ripu- tavasi a follia il voler dare all’ autore della natura l’immagine della sua creatura. Giove montagna vedesi anche sulle medaglie del la Pieria ov’era adorato, e il loro impronto mostra che gli abitanti avevano raccolto nei loro templi delle pietre per rappresentare la llcura della montagna divinizzata. Secondo Li- U C 1 vio la Cibele che fu trasportata a RomadaPes- sinunte non era che una semplice e nuda pie tra; e secondo Pausania Minerva a Megalopoli, Cupido a Tespi, Ercole a Ietto, Apollo a Mega- ra, Giove Milicchio a Siccione, non erano che pietre or quadrate ora piramidali; e Dnalinente la stessa Venere di Pafo, Tacito nel libro ì i delle istorie ci ricorda non essere stata che una pietra conica piramidale . Secondo Teodoreto Rea era chiamata petrosa e montana dalla Dgura data al suo figlio. Anche per rappresentare Gio ve Cario impiegavasi una grossa pietra in for ma di cono ch’esprimeva quella delle monta gne viste da lunge . In questo modo , non per- Tom. I. 7 *