CAPITOLO PRIMO 99 to è invisibile, altrettanto è sensibile nell’ef fetto, e tra forza e forza, tra forza e astuzia non è altro che guerra; frattanto negl’intervalli di riposo dalla guerra comincia a svilupparsi quella parte dell’ umana sensibilità che muove dagli affetti più soavi e produce la dolcezza, la gentilezza, la grazia di atteggiamenti, di paro le, di modi; e la grazia eh’è sicura di pia cere quando una violenta perturbazione non le impedisca di essere sentita, comincia indi a generare desiderio di se, ad acquistar valore e ad essere preferita anche alla forza medesima, qualora però l’uomo, già in istato di sicurezza o di calma, non venga costretto ad usarla o per difendersi o per soverchiare altrui. E per chè nell’incivilita società è spenta la guerra palese tra individuo e individuo, nè altra guer ra potrebbe rimanervi che di astuzia con astu zia , prende allora credito la piacevolezza e la gentilezza, e quasi niente si stima la forza fisica tanto pregiata nei tempi eroici della rozza bar barie . Gli Ebrei sceglievano il primo re, per chè di tutta la testa ogni altro sopravanzava e quindi era anche gagliardo e possente; gli Ebrei s’inciviliscono un poco, e il tei'zo re viene esal tato per la sapienza e per la magnifica eleganza delle arti. Accade delle nazioni come delle pro duzioni dello spirito; le une e le altre ne’loro principj cercano il grande, perchè ne’loro