98 LI15K0 PRIMO rie, le favole e le tradizioni tutte dell’antichi tà ci portano eseinpj di una tendenza naturale che ci fa credere prodigiose e gigantesche le prime produzioni dell’arte; e di fatti nel bujo delle allegorie e delle favole travedesi una con ferma costante di una tal verità, conducendo- ci ad una medesima conseguenza e le favolose guerre dei Titani e il fatto certo della torre di Babele. Videro forse gli uomini, resi per l’esperien za più accorti, l’inutilità di soverchiare col mezzodelle dimensioni, e rivolsero i loro mezzi a destare 1’ ammirazione più consigliatamente colla finezza della perfezione: ed ecco sparire le mostruosità e nascere 1’ amore delle propor zioni, del bello, ed ecco accesa un’emulazione migliore o piu ragionevole tra le arti e la na tura . Accade alle arti (opera principale dell’uo mo) come all’uomo stesso. Nello stalo di roz zezza nulla si stima fuorché la forza fisica . Chi si trova da questa oppresso cerca l’ajuto della astuzia che spesso basta a difendersi, e talora giova anche a vincere il più forte, cioè a sot trargli, senza ch’egli per tempo sene accorga , una parte della sua forza, togliendogli o voglia o spazio di adoperarla. Cominciasi in progresso a sentire, che nell’ intelletto consiste un’ altra vera, benché invisibile forza; ma che se nell’ut-