Disastri eli** accom- gitan no cj.tCÀla eia. () LI 15HO QUNTO inetà idottidi professione (conservandoquasi tut ti moltagentilezzadi lettere)si diedero allescien- ze e alla filosofìa: Tasso istesso fu gran platoni co e aristotelico, ma Giovanni Bianchini, Do menico Maria Novara, il Toscanelli e i primi commentatori di Plinio avevano già mostrato a Copernico, a Sarpi, a Galileo, a Ticone, che loro dovevan succedere, come si trovano i se creti della natura. Secolo tormentato da guerre feroci e da mi serie orribili, e nuli’ostante desiderosissimo di piaceri ingegnosi, di lautezze, di magnificenze. Però le arti furono più che in altro tempo ono rate e premiate; nè mai vi fu così gran numero d’ artisti: e nondimeno il secolo fu più povero del precedente, perchè immense distruzioni ap portarono le guerre, e il commercio era grande mente scemato . Ma tutta l’ambizione si sfoga va nelle arti, e questo nobile sentimento non animava soltanto i dotti, i principi, i signori , che bolliva nel cuore degli uomini più volgari: basti il ricordare quel celebre Ramazzoto di Scaricalasino, il quale non era che un insor gente di quei tempi, un capo di parte in Roma gna, come lo chiamavano anche i pontefici, che indegnamente delle armi e dell’ audacia ladro nesca di lui si servivano, in fine un ladrone dell’Appennino : eppure ornò una cappella in S. Michele in Bosco di Bologna, ove si diede a