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£ o n c e r t 3 ni «Saale b e 8 ©ewanb^eiifef, ©onnerftacjS, bcn 14. Snnuar, 1796* ©rfter SljeiL ©infonie, von SRojavt. ©eene, von SJJojart, (SJlab. ©djidjt) Ei parte . . . fenti . . . ah hd! . . . partir fi lafci! Si tolga ai fguardi miei Pinfaufto oggctto Della mia debolezza-. . . a quäl cimento II barbaro mi pofe! . . . un premio e quefto Ben dovuto a mie colpe! ... in tule iftante Dovea di nuovo amante I fofpiri afcoltar? Paltrui querele Dovea volger in gioco? ah quefto core A ragione condanni, o giufto amore! Io ardo, e l’ardoi' mio non e pih effetto D’un amor virtuofo: e fmania, affauno, Rimorfo, pentimento, Leggerezza, perlidia, Per pietä, ben mio, perdona AIP error d’un alma amante; Fra ombre, e quefte piante Sempte aicofo, oh Dio, farä. -Svenerä quell’ empia vogtia L’ ardir mio, la mia coftanza, e tradimento! Perderä la rimembranza, Che vergogna, e orror mi fä. A chi mai mancd di fede Quefto vano, ingrato cor! Si dovea miglior mercede, Caro bene, al tuo candor. S)oppekonccrt, für Violine unb Violoncell, (Jjerr unb SOlabanie ©cfjlicF.) ©esfefi f von s$ojart. Marc- Riconofci in quefto amplcflb <Una madre, amato figlio! Fig- Padre mio, fate lo fteflb, Non mi fate piu arroffir. ßart Refiftenza la cofcienza Fat non lafcia ai tuo deilr. (Ei ftto padre! ella fua madre! . ;’L'’imeneo non puo feguir. ■-'v' ■■MSon marrito, fon ftordito, l ’ s ' (.Meglio e affai di quä partifr Suf. Alto alto Signor Conte Mille doppie fon qui pronte, A pagar vengo per Figaro Ed a porlo in libertä. il Cont. | Non fappiam com’ e la e Curz. \ cofa, a 2. (Oflervate un poco lit. Suf. Giä d’ accordo ei fe la fpofa; Giufti Dei! ehe infedelta! Lafcia iniquo.