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Mßnd. e Conte. <£rftev (Sinfonie, von ^lepei. (SCCIIC, mit obfigatev SJioKne, $ßte, ^oboeunb SSiofonceff; »on Diufr. (Sftab. (Sdjidjt.) I detti, gli fguardi cambiar pian- gendo, E nel lafciarvi, oh Dio! Mifchiar coi voftri pianti il pian- to mio I Flebil ftion di mefti accenti Rifuonar d’intorno io fento, E da queruli lamenti Sol rilponde I’aura, e il vento Con un lento mormorar. 3 m ® « a I e & e 8 & e ro a n b Ij a u f c g ©ienflaaS, t>en i Januar, 1793» ■ Ho un fofpetto Maledetto, E cavarmelo non so, Sono aftratti < Pajon matti, Cöfa s’abbiano, non so. Vado, e torno; Come il giorno v , Finir de, fol io lo so. Per bonta, per amicizia. Qui non c’entra la malizia, Oh! non c’entra, Signor, nb! Conte. Refta pur colla tua fpofa, Io vi lafcio, e me ne vb. Mand. Pippo ha in capo qualche cofa, Vorria fingere, e non pub. Pippo. Dove mifera! Ah dove mi conduce a morir? Figlio innocente ... adoratocon- forte ... OhDei! che'pena! partir fenza vedervi.. . Almen potefli. negl’ eftremi con- gedj Entrambi al feno ftringervi un breve iftante, (£oncert, auf bem SSiofoncell. (£err SMer.) SCPjett, aus La Villanella rapita von Conte. Mandina amabile! Quefto danaro Prendilo, tientelo Tutto per te. Mandina. Oh come fiete Graziofo, e caro! Quante monete! Tutto per me? Conte. La mano porgimi D’amore in pegno. Mand. Ecco, fervitevi, Ve la confegno. a 2. Oh ehe contento In cor mi fento, Piii dolce giubilo Per me non v’e! Pippo. Eccellenza feguitate! Io giä fo ehe voi lo fate