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■ ■■■■■■ .i »wuapfewda-, Soncert im Saale b e s ©eroanb^aufe«* ©onncr^tagö/ &en 2 r. Februar. 1783* «Elfter £(jeil. Sinfonie, »en ^>apt>n. SlttC mit 9iecitatit>, aus Demofoonte, von Ma ehe vi fece, o stelle, La povera Dircea, ehe taute unite Suenture contro lei? Voi ehe inspiraste I casti affetti alle nostr’alme; voi, Che al pudico Inieneo foste presenti, Difendetelo, o Numi! Jo mi confondo! M’opp resse il colpo a segno, Che il cor mancommi, e si smarn Pingegno, Sperai vicino il lido, Credei calniato il vento: Ma trasportar mi sento Fra le tempeste ancor. E da un scoglio infido Mentre salvar mi voglio» Urto in un altro scoglio. Del primo assai peggior. (TülWCtf auf bem Slavecin. Srfjidjt.) Xct^CfC/ aus Andromeda, von Öajjantga. Pers. Dove son? ehe aflanno e questo! Un timor mi serpe in petto; E pensando al caro oggetto d tre. Sento l’anima gelar. Cefeo. Ah, frenar non posso il pianto A si amara rimembranza! D’un orribile tempesta Son costretta a dubitar, Chi provd d’averso fato Il rigor crudo' e spietato, Dica pur, se questo stato Sia ben degno di pieta. La virtii, la mia costanza Gia comincia a vaeillar. Perser. Signor, perdonami, Qiiel tuo silenzio Barsene. Veggio ilciel turbato enero, Austro irato ormai si desta;. 11 cormi laeera* Mi fa tremar. Cefeo.