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r-rt r_r_r_r_j--r. r_r_r_r_r_r. r j-_J-_r.r_r.r--r_r_r. r_r .j-_r_r_r.j-_r.r-r. j-_r. j-_r_r_r. & No. VI m i heil 5 j, 5 Saale de Donnerstags, 4 i 4 Amarilli. Partiti, e ti consola,' ehe non sei solo ai pianti; v’hanno ben altri amanti, ehe vivono in sospir. 5 s 5 n c e r t s Gewandhauses, den 8. November, i8o4. 4 $ Sinfonie, von Beethoven. Scene, von Righini, gesungen von Demois. Alberghi. Marzia. Ti lascio, ma tremando ti lascio! Ah! tu non sai, quäl guerra ho nel mio sen! mentre ti lascio, sento gelarmi il sangue; nel dirti addio, mi si divide in mille parti il core. Ah ehe d’un yil timore non son queste le voci. Il mio spavenlo non e senza ragion, forse il tiranno sa, die Arbace tu sei, forse . . . Ah mio bene, io mi sento niorire, e questo amplesso, (ah! ehe nel dirlo io tremo,} quest’ amplesso, idol mio, forse e l’eslremo. Caro bene, quest’addio Dite voi, s’io meritai forse 1’ultimo sarä; „ - c , ’ cosi hera crudelta! Empio Ciel! quäl’ astro mai risplendeva al nascer mio? All’äffanno del cor* mio resisto al mio penar. piü confqrto, oh Dio, non v’e. Concert auf dem Waldhorne, geblasen vom Hrn. Herre. Duett, aus Pastor fido von Salieri, gesung. von Demois. Alberghi und Hrn. Büttner. Minillo. E come poss’io vivere senza la vita mia, e senza morte i gemiti come poss’io finir? y all’aflanno del cor mio piü conforto, oh Dio, non v’e Dille almeno .. quäl momento! Son funesti i casi miei; ... non m’uccide il mio tormento, e