ATTO II. Scherza il nocchier tallora Con 1* aura che fi detta; Ma poi divien tempefta, Che impallidir lo fa. Non teme il pellegrino Picciola Nuvoletta, Ma quando men 1’ aipetta Quetta tuonando va. Scherza &c. SCENA VI. Giardino con Statue, e Fontane. Enea, e poi fubito Arajpe. Ènea. T^a il dovere, é F affetto -*• Ancor dubbiofo in petto ondeggia il core. Arafp. Di te fin' ora in traccia Scorti la Reggia. En. Amico: Arafp. Allontanati, Enea, fon tuo nemico. (fttuda la fpada. ) Snuda, fnuda quel ferro; Guerra con te, non amicizia io voglio. Enea. Enea ftringer 1’ acciaro Contro il Ilio difenfor ? Arafp. Olà, che tardi? Enea. La mia vita è tuo dono; Prendila pur, fè vuoi; contento io iòno. Aia eh’ io debba a tuo danno armar la .mano, Generofo guerrier, Io tenti in vano. Arafp- \