13 ATTO I. Ofm. Dunque . Jurb. Ogn’ atto innocente Qui fofpetto effer può : Serba i configli A più ficuro loco, e più naftolo. Fidati. Oftnida è Rè ft Jarba è (polo. Q uanto è ftolto, fe erède,^ Ch’ io gli abbia ftrbar fede. Tu vanne , amato Arafpe, Vanne, e le mie vendette Un tuo colpo afiicuri; Enea fi uccida, Ma improvilo l’affali, ufo la frode. Arafp. Da me frode? Signor fuddito io nacqui. Non però traditore. In tua difelà Non riculò cimento, Mà da me non fi chieda un tradimento. Jsrb. Senfi d’alma volgare : a me non manca Braccio del tuo più fido. , Arafp. E come, o Dei, La tua virtute? . . : Jarb. E che virtù ? nel Mondo O virtù non fi trova » O fol virtù, è quel che diletta’, e giova. ojmtd. , ingegno, affetti, inganni Io vi voglio tutti a danni D’ una perfida beltà. Sono infido a una crudele. Ma oltraggiata difprezzata La fuperba piangerà. Sdegno &c. SCENA Fri