,6 ATTO I. Jarb. E rifponde cosi femmina imbelle? Al tuo mifero flato Penfa meglio, o Didone. Did. Hò già penfato. Son Regina, e fono amante, E l’impero io fola voglio Del mio foglio, E del mio cor. Torna, audace, ai tuo Regnante, E a quel barbaro dirai, Che 1’ odiai, Che 1’ odio ancor. Son Regina, &c. SCENA II. furba , Arajpe > ed Ofmida. Jarb. j\ rafpe, alla vendetta. ( Partendo.) drafp. * Mi fon Icorta i tuoi palli. Ofm. Arbace afpetta. jarb. (Da me, che bramerà?) Ofm. Poflo a mia voglia Libero favellar? jarb. Favella. Ofm. Io pollo A tuoi dilegni agevolar la ftrada. Jarb. Ma, tu chi lèi? Ofm. Seguace: DellaTiria Regina, Olmida io fono. Sia del tuo Rè Didone, e a me fi ceda Di Cartago l’Impero. Jarb. Io te V prometto. , Ofm. Ma, chi sà fe acconlènte Il tuo Signor alla richiefta audace? jarb. Promette il Rè, quando promette Arbacc. , Ofmida.