j> K .1 M O. >7 Nen aii diftrngger più, Fà.che licore vn dì rida ; Se nel piatita fin’hora ìmmerfo fu • Orefte doue fèi ? Or. Son qui. Pii. T’acqueta. f _ Htrm. Vieni vieni Olio ben, dolce conforto. L’aura de’ miei fofpit ti tragga in porto. Or. Vò fcoprirrai. Pii- Ti lafcio in liberta, pari Or, Hermiona. Her. Fioridea, La ferita, tua dcftra come fta : SCENA dECIMASETTIMAì p}rro- Hermiona. Qre/f.é- A Mè richiedi Hermiona Co.me fta quefto core Impiagato ocrudcl dal tuo rigore, «r Oiiofo difturbo. Herm. Io non ricerco, Qial fia Pirro il tuo mal, non so che farti, Antidoto 11011 hò per r, fallarti. Or- Oh caie voci. Pir- Oh anima oftinata . Dillo tù Fioridea , Se à torto mi difptezzi t- si (cortefe bellezza? Ad v.i Prence impazzilo Baibauo fratricida eppttinace la Fè feibar procura, E gl’affètti non cpra . , . - D’vn Pirro,che l’adora , • Che d,cri?)« Compri di mille impili*, E à vn fol fuo [guardo prigionie; lì refe. , Non metta H^miona il titolo dt rea ! Dillo tù Florlcjea . Or Delle leggi d’Amore affatto ignara ■ Sentenzi alcuna proferir non o lo ; B 2 fui