Volltext Seite (XML)
al caro impegno omai mancar non dei, sü, scordati di nie, donali a lei! Idamante. Ch’io mi scordi di te, ehe a lei mi doni! puoi consigliarmi? e puoi voler, ch’io viva? Ilia. Non congiurar, mia vita, contro la mia costanza; il colpo atroce nii distrugge abbastauza. Idam. Ah nd! sarebbe il viver mio di morte assai peggior; fosti il mio primo amore, e 1’ultimo sarai! — Venga la morte, intrepido l’attendo! — ma, ch’io possa struggermi ad altra face, ad altro oggetto donar gli afletti miei, come tentarlo? — ah! di dolor morrei! Non temer, amato bene, per te seinpre il cor sara! Fiu non reggo a tante pene, alma mia mancando va. Tu sospiri? o duol funesto! pensa almen, ehe islante e questo! non mi posso, oh Dio, spiegar. Stelle barbare, stelle spietate, perche mal tanto rigor? Alme belle, ehe vedete le mie pene in tal monfento, dite voi, s’egual tormento puö soflrir un lido cor? Andante, von Haydn. Rondo aus Clemenza di Tito, von Mozart, gesungen Hrn. Nefzer. Deh per questo islante solo ti ricorda il primo amor, ehe morir mi fa di duolo il tuo sdegno, il tuo rigor. Di pietade indegno, e vero, sol spirar io deggio orror, pur saresti men severo, se vedessi questo cor.