S25ESESESE5ESESESc5E5c l 5c5ESESESESESrSESESESE5ESE525ESc52ScSE5 SSesaSESESaSESHSaSESEfeESESHSESESESESESEScSSSESESESBScSESESESESEi Ah se a morir ten vai, alma di questo core, - , • l’oppresso Genitore verra a seguirti ancor. Coro. Mora l’ingrata figlia, ehe calpestö il tuo onor! il Re. Mirate quelle lagrime, ehe impietosir mi fanno, regger non sa all’ aifanno il mio dolente cor. Lurcanio, Poli- | Pensa ehe offeso sei, nesso e Coro, j armati di furor ! il Re. E ancor non taei, o barbaro? al guardo mio t’invola! Da quanti affetti varj oppresso io sono, oh stelle! tremate, ahne rubelle, al cieco mio furor! Coro. Non v’ e di lui piü misero nel liero suo dolor! T^iolin -.Concert, comp. und gespielt von Herrn Matthäi. Duett mit Recitativ, comp. von Giacomo Tritto, gesungen Von Demoiselle Schicht und Herrn Craelius. Alonzo. Dei! t’ascolto, e l’orrore qui gelar non mi fai? Legge esecranda! t ehe ne Tauri ne Tebe mai deltaron l'eguaf! Cora. Da orror sl grande occupar non lasciarti. Alonzo. Oh Dio! tu mori, ne debbo inorridirmi ? Cora. In questo stato un confoi-to, un sollievo e la morte per me: restare in vita ormai piü non potrei sdnza la speme d’esserti sposa, e viver lieta insieme. Alonzo. Ma quai furie, quai mostri venner quest’aer ad ingombrar? Sin dove giunger puö l’empietä? giunta la niiro, e di angoscia non moro, e ancoi' respiro? Alonzo. D’un barbaro affanno m’opprime l’eccesso, rapito a me stesso, ehe farmi non so. , . 5asaEa52EaE2E252E252S2E2S2HHE2SaEaE2Ea5aE25aEaEa5aEaE3525aEa5a5ä SaEaS2EaE2E2EaH25HE2E2525aS2EaS25aE2EaSBEEEa5aEH53SaEa5a5a