Volltext Seite (XML)
Sonntags, den ig. des Aprils, 1807. Erster T h e i 1. o Fiero aquilon furente, gonfio torrente irato, onda di mar frcmente, fulmin del Ciel sdegnatoj possenti piii non sono d’un conjugale amor. Ad onta dei perigli, ti trovi mail duolo tiranno! ehe mi manca il core in tanto affanno. I tuoi gemiti dolenli odo intorno, o Sposo amato: majnvolarti a tnoi tormenli, o morir vogl’io con te. Si lenti, del crudele i rei disegni saper. Simulazion, ritegno, voi gesung. von Dem. Schneider, dove vai? — ora ragion, prudenza, si Je mie guide siele a penetrar nelle prigion segrete.' Ma se tu av verso falo toglier lentasti a me si gran conforlo, ehe tanto mi costd di pene c guai, vedrai, di ehe e capace in questo petto vivo e epstante conjugale affetto. a fronte della morte, veiTÖ a strapparti, o Sposo, all’empie tue ritorte. Ti stringerö al mio seno, ed indivisi ognora vedremo l’ultima ora .(1 senza inostrar timor. Sinfonie, von Mozart. Scene aus Leonora, von Pär, Esecrabil Pizzarro! Che medili? — ehe pensi? — Tu dal seno mi strappasli lo sposo, e da te lo rivoglio, uomo spietato! Sposo, sposo adorato! — Io ti vedo — io t’intendo — In quäl abisso orrendo ora Ah