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Donnerstags, den 23. October, igoo. im Saale des Gewandhauses. Er st e.v Th eil. ■ Sinfonie, von Mozart. Arie mit Recit. von Righini, ges. von Mad. Schicht. ■ -.4; 'S) Ah! so ben, quäl tua Sorte cosi altero ti rese. II militar arnese, temprato giä sulle Sicane incudi, or cingi, il so, giä ti vantasti. — Ah voi, Deitä protettrici», e vostra legge, ehe dell’ Italia in sen Troja rinasca, assistetemi voi! — Tu, tnadre tnia, tu m’aita in cimento; a piedi tuoi ti prega il figlio tuo . . . mä veggio . . . o parmi . . , sola fra gli altri marmi quell’ immago si scosse? — Oh Ciel! non sono questi i materni accenti? Ah si, voi siete quelli, ehe nel bosco di Cuma il calle augusto giä in’insegnaste; e’l prezioso arbusto, or forse un ramo ancora, sveller dovea quel mirto il braccio mio? — Se’l chiedete, ubbidisco, Ove son’io? ah forse io non dovea; . . . ma quäl’ armi, quai note, armi d’Enea? Ah! l’augurio, e’l dono accetto, vö sicuro a trionfar. L’asta impugno, il brando stringo, giä mi veggo nel cimento; pugno, vinco, intorno io sento giä il mio nome ad eccheggiar.