Spcvo alfin, ehe amica Sorte darä calma al mio penar, e poträ quest'alma amante ritornare a respirsur. Symphonien- Satz. Scene uncl Terzett., aus Ciro in Babilonia, v. Rossini, gesungen von Mad. Grünbaum, Dem. Böhler d. j. und Hrn. Klengel. Amira. Dunque fia ver, ehe il vincitor <31 Crese, de' Lidi il domatordi ferri cinto penar debba cosi! Misero I ahi quanto il destin cradei ti persegue. e opprime. .Eppur quello £ Ciro, cui d'Israello il Dio dee confidar la sua -vendetta! Lo giuro, oh Nume, ehe sento entro il core: -vcndicato sarai! Nel giorno istesso ehe vincerA per te, de’ fidi tuoi, sciolie saranno i ceppi, e le catene. — Libero il culto suo — ma, dovesono?— Che parlo — infelice! — ■« ehe ragiono? Il Consorle adorato /potessi un solo istante almeno riveder. Nö.tal contenlo io piü sperar non oso. Ma ehe miro? — infelice! Ciro. Oh sposa! Amira. Oh sjaoso! Terzetto. Ciro. Nello stringerti al mio petto, cara sposa , araato 'bene, son men crude le mie pene trova pace il cor in te. Amira. Quanta gioja in te ritrovo, non pud dirlo il cor oppresso; questo sguardo, e questo amplesso te lo dicano per me. « due. Di questo sen fra i palpili .ti giura il labbro, il core, ehe mai di fe d'amore per te non cangerä. Ma quai voci — quäl splendore —- die fia mai — qualcun s’avvanza? Di nostre almc la costanza quanto mai sofirir dovri.