* ’ Centauri, Gerioni, 5 ? udilemi, sorgete. Al noto segno , delPincanto temuto ’ s’apra il gran centro, e si spaventi Pluto. ? Ah, ch’e sordo l’averno! e mi contrasta ? i di vincere l’onore t i forza, e saper del mio saper maggiore! \ Inutile stromento, \ vanne spezzato al suol! Che mai mi valse S arte d’incanto? ehe mi valser mai ) l’armi, ch’io cingo? Da me lungi andate, ’ impacci vergognosi! A ehe vi serbo ? l di sangue ancor digiuni? Ah! questa vostra ? \ viltä emendate almeno, < S tingervi in questo seno i S polresle almen, se nell’ altrui si lenti \ ’ nnor foste a ferir. S i Taner. Ferma! ehe tenti? ) $ Arm. Chi mi trattien? chi veggio? e a ehe, nemico, 5 S ti presti in mia difesa? 5 ? Tanc. Un insensato S ? furor merta pietä. S .Arm. Forse a Rinaldo ’ v promettesti svenarmi, o ch’io ne involi ? $ il colpo alla tua man, mal soflri? 1 5 Tanc. Estin ta < S ne Rinaldo ti vuol, ne a colpo indegno $ J presta l’acciar Tancredi. Ah! cangia, Armida, S cangia pensier! tu te medesma inganni: S ? credi, ehe d’esso a danni j !un giusto odio t’accenda, e in sen non ti arde ? ehe un irritato amore. Arm. Amor! . .. . Tanc. Nol credi 1 adesso, il so, ma pure e vero. In lui \ S ti figuri un nemico: io mi figuro S un tuo amante in Rinaldo. .. S ? Ann. Amante! ... ) Tanc. E credo, / ; ehe t’amerä, sol ehe tu il voglia. E sacra l 1 l e g£ e a d ogn’uom commune 1 di servire al dover; serve Rinaldo fedele al dover suo, serve alla legge \ ’ verace, a cui giurö servir. Se sei, S > ( 5 $ \ \