Ze donne. D.Alf. Le donne. Guil. f Una furba ehe m’agguagli, (dove mai si trovera ? La Despina! La Despina ! Non capisco, Come va. Giä cader lasciai le Carte,' raccoglietele con arte. Ma ehe carte sono queste? Un contratto nuziale? Giusto ciel! voi qui scriveste, contradirci omai non vale. — Tradimento, tradimento! Ah, si faccia il scoprimento, e a tonend, a fiumi, a mari indi il sangue scorrerä! Ah, Signor, son rea di morte, e la morte io sol vi chiedo, il mio fallo tardi vedo, con quel ferro un sen ferite, ehe non merita pietä. Ferr. .A voj s’inclliüa bella Damina, il Cavaliere dell’ Albannia. Guil. Il ritrattino pel coricino ecco io le rendo, Signora mia. a 2. Ed al niagnelico Signor Dotlore, D. Alf. Ferr. Guil. a 2. Stelle! ehe veggo! JLAU! CLUa * ■ • 1 a Desp. l A1 duo1 non re 88 0 ’ Guil. f , D.AlF.l^ on stupefatte! Ferr. | Son mezze matte! Le donne. Ecco lä il barbaro. ehe c’ingannd. Desp. Non, Signor, non e un Notajo, e Despina mascherata, ehe dal ballo or e tornata, e a spogliarsi venne qua! f f Una furba uguale a questa,' D Alf\ l dove ma * s * trovera? Desp. I Le donne. Gui{ Cosa fll? Fiord. ~ Per noi favelli il crudel, la seduttrice. Troppo vero e quel ehe dice, e la prova e chiusa 11. Dal timor io gelo, io palpito! perche mai li discopri! rendo Ponore, ehe meriti. Fiord. Dorab.