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il Conte. desir. So tuttd, lo vidi.. Taci la! Cosa ridi? la Contessa. Per celarlo — il Conte. Tu c’indenti?! Figaro. Oibö, oibö! Susanna. E nol sai del Damerino ? la Conte. Che staseranelgiardino— il Conte. Giä capisci? Figaro. Io non lo so. HConte. Cerchi invandifesa, escusa, il tuo ceffo giä t’accusa; vedo ben ehe vuoi menlir. Figaro. Mente il ceffo , io giä non menlo. f Deh, Signor, nol contrastale, I miei | I consolate i x lor r ( miei J [ Marcellina, Marcellina ^quanto tardi a comparir. Ah, Signore Signor Cosa e stato? Che insolenza! chi’l fece? chi fu? Antonio. Ratto, ratto il birbone e fuggito, e ad un ivalto di vista m'usci. Susanna. Sai ehe il Paggio Figaro. Ah, ah. ah! il Conte. Antonio. Fig. Tu sei cotto dal sorger del dl. il Conte. Orripetimi: un’nom dal balcone? il Conte. Figaro. le clonne. la burletta ha da finir. Figaro. Per finirla lietameute, e a l’usanza teatrale, un’azion matrimoniale le faremo ora seguir- Susanna la Contessa Figaro e poi il Conte •’ a 4. Antonio. il Conte. Antonio. ^a^anna^laContA (j oga Ji c | cos'hai, Cosa e nato? il Conte e t'igaro. ( Antonio. Ascoltate. a 4. Via, parla, dl, sii. Antonio. Dal balcone, ehe guarda in giardino, mille cose ogni di giltar veggio; e pocanzi, puö darsi di peggio? vidi un’ uom, Signor mio, giltar giii. Dal balcone? Vedete i garofani! In giardino? Si. Figaro, all’erta! Cosa sento! il Conte. Antonio il Conte. Antonio. Sus. e la Cont. il Conte. Sus. la Cont. ( Costui ci sconcerta: e Figar. a3.< quel briaco, ehe viene | a far qui ? U Conte. Dunque un’ uom ma dov’e, dov’e gito? le clonne. f II talento aguzzi invano, J palesato abbiam l’arcano : | non v’e nulla da ridir. Che rispondi? Niente, niente. Dunque accordi? Non accordo. Eh viacheläti, balordo.